Descrizione
Azul
In Azul avrete l’occasione di costruire degli stupendi mosaici di tessere in ceramica di vari colori e fantasie.
Originariamente introdotti dai Mori, gli azulejos erano tessere di ceramica blu e bianche che vennero in seguito utilizzate dai portoghesi dopo la visita del re Manuel I al palazzo di Alhambra nel sud della Spagna.
Vi ritroverete nei panni di un artista esperto in mosaici appena incaricato dal re portoghese in persona di abbellire le mura del Palazzo Reale di Evora con queste magnifiche piastrelle.
- Età : 8
- Durata : 30-45
- Autore : Michael Kiesling
- Lingua : Italiano
- Dipendenza Lingua : Indipendente
- Giocatori : 2-4
- Illustratore : Chris Quilliams, Philippe Guérin
Gioco astratto per 2-4 giocatori di piazzamento tessere – anche se chiamarle semplicemente tessere è troppo riduttivo – che porta la firma di Michael Kiesling,
Azul è stato presentato all’ultima fiera di Essen dalla Plan B Games che, per la modica cifra di trentacinque euro, ti dava le promo e un gioco della durata di meno di un’ora. Il gioco ci porta tra gli azulejo, le fabbriche di mattonelle di ceramica della penisola iberica, con lo scopo di costruire dei coloratissimi mosaici.
Noi non lo avevamo nella lista degli osservati speciali perché non amiamo particolarmente gli astratti, specie la Giullaressa, e quindi ci eravamo passati sopra senza troppi rimpianti, vista anche la necessità di scremare il più possibile.
Però lo ha preso MichyLo il primo giorno di fiera e ce lo ha fatto giocare la sera stessa. Il mattino dopo era esaurito e abbiamo dovuto aspettare Babbo Natale per farlo arrivare tra le avide mani della Giullaressa, che – proprio lei – lo ha definito la sua più bella scoperta di Essen.
Il gioco
In base al numero di giocatori si mettono al centro del piano di gioco da cinque a nove cave, su ciascuna delle quali vanno posizionate quattro tessere pescate casualmente dal sacchetto.
Al proprio turno il giocatore sceglie se:
- prendere tutte le tessere di un colore da una cava, scartando le restanti al centro del tavolo; oppure
- prendere tutte le tessere di un colore dal centro del tavolo (ottenendo il segnalino primo giocatore se si è i primi a farlo).

Dopodiché il giocatore deve posizionare tutte le tessere appena prese in una sola riga della propria plancia (che sia vuota o con tessere dello stesso colore), mettendo quelle in avanzo nella parte inferiore della plancia, assieme all’eventuale segnalino primo giocatore.
Si prosegue in questo modo fino a quando non ci sono più pietre nella cava: a quel punto si passa alla fase di costruzione del nostro mosaico.
Partendo dall’alto verso il basso, per ogni riga completa si posiziona una piastrella sullo spazio corrispondente di quella riga nel mosaico, scartando le altre e ottenendo punti per la tessera posizionata e per tutte quelle a essa collegate in riga e in colonna.
Infine, ogni giocatore perde punti in base al numero di tessere (e al segnalino primo giocatore) posizionate in fondo alla propria plancia, le quali vengono scartate.
Le pietre presenti su righe non complete restano dove sono e si prosegue rimpinguando le cave di nuove tessere, aggiungendo gli scarti al sacchetto solo una volta svuotato completamente.
Nel momento in cui un giocatore completa una riga si passa al conteggio finale dei punti, ottenuti per le righe e le colonne complete e per aver utilizzato un set completo di colori.
Considerazioni
Tutto qui? Sì: Azul ha un regolamento semplicissimo, una paginetta fronte e retro, ricca di immagini, esempi e spiegazioni dettagliate per rendere il tutto comprensibile anche a due gnucchi come noi.
Però, a fronte di questa disarmante semplicità, il gioco si rivela profondo, e ricco di scelte da ponderare bene.

Azul richiede tanta capacità di adattamento, le tessere escono casualmente – anche se si sa che usciranno tutte e cento prima di rimescolare gli scarti – e questo obbliga i giocatori ad adeguare la propria strategia a cosa è realmente disponibile, leggendo con attenzione le mosse degli avversari, per capire a quali tessere stanno puntando e quali non possono (o non vogliono) prendere.
La grande interazione, anche cattiva, che caratterizza Azul è l’aspetto che più di tutti abbiamo gradito: c’è la possibilità di obbligare l’avversario a scelte drammatiche, che lo obbligano a sacrificare punti vittoria e a lanciare le tessere ovunque dalla rabbia.
Queste cattiverie si verificano più facilmente in due giocatori, numero nel quale secondo noi scala meglio (pur rimanendo ottimo anche nelle altre configurazioni), siccome c’è la possibilità di marcare in modo più stretto l’avversario e mettergli i bastoni tra le ruote.
La durata è ottima e, nonostante il gioco sia propenso alla paralisi da analisi di alcuni giocatori particolarmente afflitti da questo terribile male, non dura mai più di un’ora a pieno regime, invogliando a intavolarlo ancora e ancora. Non ci esprimiamo sui materiali: le foto che abbiamo messo parlano da sé.
Il gioco prevede anche una variante, con uno schema grigio che lascia libertà ai giocatori di posizionare le piastrelle a proprio piacimento, pur rispettando l’obbligo di non metterne due uguali nella stessa colonna. Vi assicuriamo che è un attimo incasinarsi e finire con pochissimi punti.
Confermiamo quindi le ottime impressioni avute allo Spiel: Azul è davvero un titolo ottimo, giocabile da tutti, bello da vedere, da toccare e da giocare. Nella GobCon appena passata crediamo sia stato il gioco più giocato: era costantemente su più tavoli in contemporanea.
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